NEW YORK – Prima degli attacchi terroristici di Parigi, organizzare una manifestazione in una piazza pubblica della città era legale. Ora non lo è più. In Uganda, anche se i cittadini che sostengono le campagne contro la corruzione o quelle a favore dei diritti dei gay spesso si trovano di fronte ad un pubblico ostile, non hanno finora rischiato il carcere per aver manifestato. Ma ora, con un nuovo statuto terribilmente vago, c’è il rischio di essere incarcerati. In Egitto le autorità governative hanno fatto irruzione e hanno chiuso diversi istituti culturali prominenti, tra cui una galleria d’arte, un teatro ed una casa editrice, dove gli artisti e gli attivisti erano soliti riunirsi.
NEW YORK – Prima degli attacchi terroristici di Parigi, organizzare una manifestazione in una piazza pubblica della città era legale. Ora non lo è più. In Uganda, anche se i cittadini che sostengono le campagne contro la corruzione o quelle a favore dei diritti dei gay spesso si trovano di fronte ad un pubblico ostile, non hanno finora rischiato il carcere per aver manifestato. Ma ora, con un nuovo statuto terribilmente vago, c’è il rischio di essere incarcerati. In Egitto le autorità governative hanno fatto irruzione e hanno chiuso diversi istituti culturali prominenti, tra cui una galleria d’arte, un teatro ed una casa editrice, dove gli artisti e gli attivisti erano soliti riunirsi.