ROMA – L’anno scorso, durante una devastante ondata di proteste politiche in Etiopia, il governo ha bloccato oltre 15 siti d’informazione e l’applicazione WhatsApp per smartphone. In quell’occasione, sono stati chiusi anche alcuni siti che promuovevano la libertà di espressione e i diritti LGBTQ, insieme ad altri che offrivano strumenti per aggirare la censura, come Tor e Psiphon.
ROMA – L’anno scorso, durante una devastante ondata di proteste politiche in Etiopia, il governo ha bloccato oltre 15 siti d’informazione e l’applicazione WhatsApp per smartphone. In quell’occasione, sono stati chiusi anche alcuni siti che promuovevano la libertà di espressione e i diritti LGBTQ, insieme ad altri che offrivano strumenti per aggirare la censura, come Tor e Psiphon.