NEW YORK – L’euro potrebbe essere prossimo ad un’altra crisi. L’Italia, la terza più grande economia della zona euro, ha scelto quello che nella migliore delle ipotesi può essere definito come un governo euroscettico. Questo non dovrebbe sorprendere nessuno. La reazione negativa dell’Italia è un altro prevedibile (e previsto) episodio della lunga saga di un accordo valutario mal progettato, in cui la potenza dominante, la Germania, impedisce le necessarie riforme ed insiste su politiche che aggravano i problemi correlati, servendosi di una retorica apparentemente destinata ad infiammare gli animi.
NEW YORK – L’euro potrebbe essere prossimo ad un’altra crisi. L’Italia, la terza più grande economia della zona euro, ha scelto quello che nella migliore delle ipotesi può essere definito come un governo euroscettico. Questo non dovrebbe sorprendere nessuno. La reazione negativa dell’Italia è un altro prevedibile (e previsto) episodio della lunga saga di un accordo valutario mal progettato, in cui la potenza dominante, la Germania, impedisce le necessarie riforme ed insiste su politiche che aggravano i problemi correlati, servendosi di una retorica apparentemente destinata ad infiammare gli animi.