Kenya elephants Erik Jepson/Flickr

Recinzioni per salvare le specie a rischio

NAIROBI – I paesi africani sono spesso criticati per la loro incapacità di far fronte alle sfide ambientali. In molti casi, gli osservatori denunciano una perdita di habitat a fronte della crescita della popolazione, del degrado del suolo e dell'industrializzazione; tuttavia, l’accusa più frequente è che un aumento del bracconaggio sta mettendo a repentaglio alcune specie, tra cui gli elefanti e i rinoceronti.

In Kenya, però, è in corso un innovativo e vasto progetto di conservazione ambientale. Iniziato presso gli Aberdare, una catena montuosa nella parte centrale del paese, il progetto “Rhino Ark” – originariamente concepito per proteggere il rinoceronte nero, un esemplare ad alto rischio di estinzione, dalle devastazioni dei bracconieri – è sostenuto da quelle stesse persone che avrebbero potuto osteggiarlo: le comunità locali ubicate in alcune delle zone agricole più produttive del paese.

Nel 1988, alcuni ambientalisti decisero di finanziare e costruire una recinzione elettrificata allo scopo di proteggere un'area del Parco Nazionale di Aberdare confinante con alcune piccole aziende agricole. La recinzione doveva servire a evitare le intrusioni dell’uomo e il degrado dell'habitat del parco. Essa, però, proteggeva anche gli agricoltori, le cui colture venivano regolarmente distrutte da elefanti predatori e altra fauna selvatica. Gli agricoltori locali accolsero con favore l'iniziativa, e questo influenzò la decisione di ampliare la recinzione fino a includere l’intero perimetro della catena degli Aberdare.

I monti Aberdare, che comprendono 2.000 chilometri quadrati di foresta indigena e importantissimi bacini idrografici, così come un parco nazionale, sono vitali per il Kenya. Quattro dei principali fiumi del paese nascono lì e, lungo il loro percorso verso nord, ovest, est e sud, forniscono acqua ed energia elettrica a sette grandi centri urbani, compresa la capitale, Nairobi. Sulle pendici basse dei monti, quattro milioni di agricoltori beneficiano di un terreno ricco e piogge abbondanti. Nella zona pedemontana e sulle pendici più alte, si producono il 30% del tè e il 70% del caffè del Kenya.

La recinzione degli Aberdare è stata realizzata con grande impegno nell’arco di 21 anni, principalmente grazie al sostegno del settore industriale keniota, di singoli donatori e di alcune innovative iniziative di raccolta fondi come la Rhino Charge, una competizione per fuoristrada che ha conquistato il pubblico keniota e che ogni anno raccoglie più di un milione di dollari. Tuttavia, quando la recinzione elettrificata è stata completata nel 2009, il governo, sotto l'allora presidente Mwai Kibaki, era anch’esso diventato un partner importante, insieme al Kenya Wildlife Service (KWS) e al Forest Service Kenya (KFS), entrambi molto coinvolti nel progetto.

Con l'appoggio del governo keniota, il progetto Rhino Ark ha potuto concentrarsi su altre zone boschive ma degradate, come il Monte Eburu nel complesso forestale del Mau, che si affaccia sul lago Naivasha, e il Monte Kenya, un sito dichiarato patrimonio dell'umanità, che ha fortemente risentito dei conflitti tra uomo e natura. La recinzione del Monte Eburu, lunga 45 chilometri, è stata completata l’anno scorso. La costruzione della recinzione del Monte Kenya, che misurerà 450 chilometri e supererà in lunghezza quella degli Aberdare, sta procedendo di buon passo, essendo già stati realizzati 80 chilometri.

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Naturalmente, la costruzione di una recinzione è soltanto l'inizio. Queste strutture vanno gestite e mantenute (ad esempio, negli Aberdare è stato necessario sostituire alcuni pilastri originali) e occorre inoltre sviluppare corridoi naturali e fornire supporto alle comunità locali. Tutte le aree sono sorvegliate mediante pattugliamenti aerei e a piedi lungo la linea di recinzione, un processo di monitoraggio continuo che implica costi importanti.

I vantaggi, tuttavia, sono notevoli. Le recinzioni permettono alle autorità di mantenere un occhio vigile sugli episodi di bracconaggio, in particolare quelli ai danni di elefanti, rinoceronti e specie particolarmente rare, come l’antilope bongo, che ora si trovano solo sui monti Aberdare, sul Monte Kenya e nel complesso forestale del Mau, comprendente il Monte Eburu.

Le comunità locali sono coinvolte in tutti gli aspetti della manutenzione delle recinzioni e delle foreste. Di fatto, esse sono le custodi delle recinzioni stesse in quanto s’impegnano a ripulirle dalla vegetazione e a ripararle qualora vengano danneggiate dalla fauna selvatica o altri fattori, al tempo stesso acquisendo nuove competenze.

L'obiettivo di lungo termine è la protezione perenne di queste foreste vitali. Per realizzarlo, si stanno costituendo fondi di dotazione in forma di partnership tra pubblico e privato, che riuniscono il progetto Rhino Ark, il KWS e il KFS, nonché rappresentanti delle comunità locali. Questi fondi, finalizzati a sovvenzionare la manutenzione delle recinzioni, verranno gestiti mediante atti di negozio fiduciario, stipulati a livello locale. Uno di questi, l’Aberdare Trust Deed, è diventato operante lo scorso ottobre.

Gli instancabili agricoltori della regione sono ora in grado di apprezzare il valore aggiunto della prossimità con la recinzione. Da quando è stata ultimata quella degli Aberdare, il valore dei terreni degli agricoltori locali è quadruplicato e, per la prima volta in più di un secolo, i contadini possono lavorare i campi in pace, i loro figli possono andare a scuola a piedi senza timore di essere attaccati dagli animali selvatici, e la difesa dell’ambiente è entrata a far parte del curricolo scolastico. La più importante lezione che se ne ricava è molto semplice: le recinzioni a fin di bene sono un bene per tutti.

Traduzione di Federica Frasca

https://prosyn.org/0yt5IY5it