MILANO – Settant’anni fa, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, gran parte del mondo compresa l’Europa industrializzata, il Giappone ed altri paesi occupati nel corso della guerra, era lacerato, oppresso da un debito sovrano pesante e con le principali economie in rovina. In un contesto simile ci si sarebbe aspettato un lungo periodo di limitata cooperazione internazionale, crescita rallentata, un tasso elevato di disoccupazione e un periodo di grandi privazioni a causa della capacità ridotta dei paesi di finanziare i loro grandi bisogni di investimento. Ma in realtà non è andata così.
MILANO – Settant’anni fa, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, gran parte del mondo compresa l’Europa industrializzata, il Giappone ed altri paesi occupati nel corso della guerra, era lacerato, oppresso da un debito sovrano pesante e con le principali economie in rovina. In un contesto simile ci si sarebbe aspettato un lungo periodo di limitata cooperazione internazionale, crescita rallentata, un tasso elevato di disoccupazione e un periodo di grandi privazioni a causa della capacità ridotta dei paesi di finanziare i loro grandi bisogni di investimento. Ma in realtà non è andata così.